L’uso di bevande
alcoliche rappresenta un’abitudine largamente diffusa in Italia da sempre
sostenuta da una cultura familiare e sociale di normalizzazione del cosiddetto
“bere sociale”.
I profondi
cambiamenti della società intercorsi nel corso degli ultimi due decenni hanno,
tuttavia, inciso sulle modalità di consumo di intere generazioni modificando i
patterns dell’uso di alcol, non più contestualizzati ai pasti ma attuati in
situazioni e contesti che, in particolare nelle generazioni più giovani, hanno
sollecitato l’uso di alcol come sostanza disinibente, euforizzante, da abusare.
Si stima che in Italia
circa 5 milioni di italiani e italiane in età lavorativa siano consumatori a
rischio; a questi sono da aggiungere coloro che sono pensionati e che rientrano
nei 3 milioni circa di ultra 65enni a rischio in Italia.
I problemi legati all’alcol e alle sostanze stupefacenti hanno conseguenze alle
quali la comunità deve rispondere direttamente. Deve avere a che fare con danni
e decessi in seguito ad incidenti stradali, fornire assistenza medica
ospedaliera e di pronto intervento ed offrire interventi sull’alcoldipendenza e
la tossicodipendenza. Nei luoghi di lavoro, il consumo dannoso di alcol e
sostanze stupefacenti ed i consumi eccessivi episodici aumentano il rischio di
problemi quali l’assenteismo, ma anche il “presenteismo”, la presenza con
scarsa produttività, arrivare al lavoro in ritardo, lasciare il lavoro prima
del tempo, un aumentato turnover legato a morti premature, scarsa produttività,
comportamenti inappropriati, furti ed altri reati così come altri problemi che
richiedono provvedimenti disciplinari, difficoltà nel lavoro di gruppo ed uno
scarso spirito aziendale. Al contrario, fattori strutturali degli ambienti di
lavoro, incluso lo stress eccessivo ed una bassa soddisfazione, possono
aumentare il rischio di disordini alcolcorrelati e portare all’alcoldipendenza.
Il DPR 309/90 è il Testo Unico delle leggi in materia
di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope, prevenzione, cura
e riabilitazione dei relativi stati di dipendenza.
Le mansioni che comportano rischi per la sicurezza,
l'incolumità e la salute proprie e di terzi, anche in riferimento ad
un'assunzione solo sporadica di sostanze stupefacenti, sono, oltre a quelle
inerenti attività di trasporto, anche le attività per le quali è richiesto un
certificato di abilitazione per l’espletamento dei seguenti lavori pericolosi (impiego
di gas tossici, fabbricazione e uso di fuochi di artificio, direzione tecnica e conduzione di impianti
nucleari, funzioni operative proprie degli addetti e dei responsabili della
produzione, del confezionamento, della detenzione, del trasporto e della
vendita di esplosivi.
Il datore di lavoro, prima di adibire un lavoratore
all'espletamento di tali mansioni, qualunque sia il tipo di rapporto di lavoro
instaurato, provvede a richiedere al medico competente gli accertamenti
sanitari del caso, comunicandogli il nominativo del lavoratore interessato.
Il medico competente, all'atto dell'assunzione del
personale adibito alle mansioni, con periodicità da rapportare alle condizioni
personali del lavoratore in relazione alle mansioni svolte, provvede a
verificare l'assenza di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti
sottoponendolo a specifici tests di screening in grado di evidenziarne
l'assunzione. Se il lavoratore dovesse risultare positivo ai tests, comportando
tale positività un giudizio di inidoneità temporanea, verrà inviato da parte
del medico competente al servizio per le tossicodipendenze (SERT) dell'Azienda
sanitaria locale, nel cui territorio ha sede l'attività produttiva o in cui
risiede il lavoratore, o alle altre strutture sanitarie rispettivamente
competenti. Qualora gli ulteriori accertamenti effettuati dal SERT o da altra
struttura sanitaria competente evidenzino uno stato di tossicodipendenza, il
lavoratore interessato dovrà sottoporsi ad un percorso di recupero, che renda
possibile un successivo inserimento nell'attività lavorativa a rischio anche
nei confronti di terzi.
La legge 125/01 è la legge quadro in materia di alcol
e problemi correlati.
La 125/01 reca norme finalizzate alla prevenzione,
alla cura ed al reinserimento sociale degli alcol dipendenti.
Ai fini della presente legge, per bevanda alcolica si
intende ogni prodotto contenente alcol alimentare con gradazione superiore a
1,2 gradi di alcol e per bevanda superalcolica ogni prodotto con gradazione
superiore al 21 per cento di alcol in volume.
L’alcolismo è caratterizzato da un pensiero
compulsivo, ossessivo, nei confronti dell’alcol e da una perdita del controllo
della sua assunzione. E’ una malattia cronica, spesso progressiva. Se non
curato e lasciato a se stesso può essere fatale. L’alcolista generalmente
continua ad abusare di alcolici, nonostante i severi danni fisici che ne
derivano, le conseguenze a livello personale, socio-lavorativo e finanziario. L’alcolismo
comporta generalmente dipendenza fisica e psichica, e al suo insorgere
contribuiscono fattori genetici, psicologici e sociali. La dipendenza
psicologica è determinata dal fatto che l’alcol rappresenta la “stampella” per
affrontare ogni difficoltà della vita; la dipendenza fisica si manifesta con la
comparsa di tolleranza (necessità di aumentare le dosi di alcol per ottenere
gli stessi effetti), perdita di
controllo sulla sostanza, desiderio compulsivo di bere, crisi d’astinenza.
E’ possibile avere un problema con l’alcol, ma non
mostrare tutte le caratteristiche dell’alcolismo. Questa condizione è nota come
“abuso d’alcol”, laddove, pur in presenza di gravi problemi di salute e/o
sociali, non si è ancora sviluppata una vera e propria dipendenza e non si è
ancora persa la capacità di sapersi controllare.
L’alcol è un agente depressogeno del Sistema Nervoso Centrale, anche se, in alcune
persone, la reazione iniziale può essere di eccitazione. Anche in questi casi,
tuttavia, continuando a bere, l’effetto finale sarà quello di una sedazione. Ha
proprietà disinibenti ed agisce negativamente, alterandoli, su pensiero, emozioni
e capacità di giudizio.
A dosi sufficienti, l’alcol altera la proprietà di
eloquio e provoca incoordinazione muscolare. Un eccesso può deprimere severamente i centri vitali cerebrali
(respiro, attività cardiaca). Una grande sbornia, soprattutto con le
modalità del “binge drinking” (sballo), può indurre un coma a grave pericolo di
vita. Col passare del tempo si possono determinare riduzione e perdita della
memoria a breve termine (per i fatti recenti), debolezza e paralisi dei nervi
oculomotori.
Nelle attività lavorative che comportano un elevato
rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l'incolumità o la
salute dei terzi, è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di
bevande alcoliche e superalcoliche.
I controlli alcolimetrici nei luoghi di lavoro possono
essere effettuati esclusivamente dal medico competente, ovvero dai
medici del lavoro dei servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti
di lavoro con funzioni di vigilanza competenti per territorio delle aziende
unità sanitarie locali.
Le mansioni che comportano rischi per la sicurezza,
l'incolumità e la salute proprie e di terzi, sono quelle legate ad attività per le quali è
richiesto un certificato di abilitazione per l'espletamento dei seguenti lavori
pericolosi quali impiego di gas tossici, conduzione di generatori di vapore,
attività di fochino, fabbricazione e uso
di fuochi artificiali, vendita di fitosanitari, direzione tecnica e conduzione
di impianti nucleari, manutenzione degli ascensori, dirigenti e preposti al
controllo dei processi produttivi e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza
negli impianti a rischio di incidenti rilevanti, mansioni sanitarie svolte in
strutture pubbliche e private in qualità di: medico specialista in anestesia e rianimazione;
medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo; medico comunque
preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore
socio-sanitario; ostetrica caposala e ferrista, vigilatrice di infanzia o infermiere
pediatrico e puericultrice, addetto ai nidi materni e ai reparti per neonati e immaturi;
mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strutture pubbliche e private;
attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e
grado, mansioni comportanti l'obbligo della dotazione del porto d'armi, ivi
comprese le attività di guardia particolare e giurata, mansioni inerenti di
trasporto, addetti e responsabili della produzione, confezionamento,
detenzione, trasporto e vendita di esplosivi, lavoratori addetti ai comparti
della edilizia e delle costruzioni e tutte le mansioni che prevedono attività
in quota, oltre i due metri di altezza, capiforno e conduttori addetti ai forni
di fusione, tecnici di manutenzione degli impianti nucleari, operatori e
addetti a sostanze potenzialmente esplosive e infiammabili, settore idrocarburi,
tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere.
Le visite mediche, a cura e spese del datore di lavoro,
comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati
al rischio ritenuti
necessari dal medico competente, compresi la verifica
di assenza di
condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze
psicotrope e stupefacenti.
Mediamente occorrono da 1 a 2 ore per eliminare ogni
unità alcolica bevuta
L'alcolemia, a parità di unità alcoliche ingerite,
varia da persona a persona secondo l'età, il sesso, lo stato di salute, se il
consumo di bevande alcoliche avviene a digiuno o dopo aver assunto alimenti. Gli
esempi sotto riportati si riferiscono ad un uomo di 70 Kg e ad una donna di 60 Kg
che hanno ingerito alcol a stomaco pieno.
Chi manovra
macchinari pericolosi o svolge attività in cui la precisione e il coordinamento
dei movimenti è di fondamentale importanza, non deve mai bere durante le ore di
lavoro per non mettere a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza. Bere
alcol durante l’intervallo di pranzo può determinare un calo di rendimento
anche in chi svolge un lavoro sedentario. Dopo aver bevuto si tende, infatti, a
fare più errori e a giudicare le situazioni in modo meno oggettivo. L’alcol
potenzia l’effetto tossico di alcune sostanze presenti negli ambienti di lavoro
con conseguenti danni, in particolare al fegato, al sistema nervoso centrale e
all’apparato cardiovascolare.
Nello specifico risultano dannose le seguenti associazioni alcol +
solventi, alcol + pesticidi, alcol + metalli (piombo, mercurio, cromo, cobalto,
manganese), alcol + microclima.
Inoltre si stima che
almeno il 10% degli infortuni sul lavoro siano alcol correlati. Le assenze
dell’alcolista dal lavoro sono 3-4 volte superiori rispetto agli altri
lavoratori.
Con il protratto
abuso di bevande alcoliche, l’individuo, nel volgere di pochi anni, perde
progressivamente alcune delle sue capacità ed inizia ad avere difficoltà lavorative,
sanzioni punitive per assenteismo o negligenza e seri problemi familiari.
La norma stabilisce che,
"poiché l'assunzione anche occasionale di sostanze stupefacenti e psicotrope
comporta un rischio sia per il lavoratore che per soggetti terzi, deve essere
applicato il principio di cautela conservativa, prevedendo una non idoneità dei
lavoratori a svolgere mansioni a rischio nel caso in cui usino sostanze
psicotrope e stupefacenti anche al di fuori dall’attività lavorativa,
indipendentemente dallo stato di dipendenza".
Dunque il datore di
lavoro è obbligato ad accertare l'assenza di assunzione, anche solo sporadica,
"per lavoratori le cui mansioni comportino rischi per la sicurezza,
l'incolumità e la salute propria e di terzi.
Si ricorda che uno
dei principi fondamentali negli accertamenti di "assenza di
tossicodipendenza" è "l'affidabilità dei test e la correttezza della
procedura applicata, al fine di evitare giudizi errati che porterebbero a
conseguenze gravi per il lavoratore dal momento che, in caso di esito positivo,
lo stesso verrebbe sospeso immediatamente dalla mansione svolta fino a quel
momento".